A seguito della pandemia di Covid–19, al fine di salvaguardare la salute dei pensionati all’estero e di tutti i soggetti coinvolti nell’attività di verifica, l’Inps ha comunicato di sospendere tutte le attività connesse all’accertamento generalizzato dell’esistenza in vita riferito agli anni 2019-2020 per i pensionati residenti all’estero. Questi ultimi avrebbero dovuto far pervenire le attestazioni entro il 13 febbraio 2020.
La procedura prevedeva, ove l’attestazione non fosse stata prodotta, il pagamento della rata di marzo 2020 in contanti presso le agenzie Western Union del Paese di residenza. In caso di mancata riscossione personale o produzione dell’attestazione di esistenza in vita, il pagamento delle pensioni sarebbe stato sospeso a partire dalla rata di aprile 2020.
Per venire incontro ai pensionati che non abbiano potuto presentare o concludere la verifica dell’attestazione dell’esistenza in vita, l’INPS ha condiviso con Citibank la decisione di NON sospendere i pagamenti a partire dal mese di aprile, ma di dare ai percettori di pensioni la possibilità di presentare la documentazione con le stesse modalità dei paesi coinvolti nella “Seconda Fase” e cioè entro dicembre 2020. Pertanto entrambe le fasi si potranno svolgere da agosto a dicembre 2020, prevedendo, ove l’attestazione non sia prodotta, il pagamento della rata di gennaio 2021 in contanti presso le agenzie Western Union del Paese di residenza. In caso di mancata riscossione personale o produzione dell’attestazione di esistenza in vita, il pagamento delle pensioni verrebbe sospeso a partire dalla rata di FEBBRAIO 2021.
Le disposizioni di proroga per la conclusione della verifica dell’accertamento di esistenza in vita riguarderanno i pensionati residenti in Africa, Europa e Oceania.
L’INPS ha comunque sottolineato che ” … qualunque decisione potrà essere rivista alla luce dell’evoluzione della situazione epidemiologica internazionale in atto …”